Cosa spinge una persona a spendere decine o centinaia di migliaia di euro per uccidere animali rari e magnifici? Cosa spinge un individuo a mostrare tale disprezzo per la scienza e la conservazione, uccidendo un animale solo per ottenere un trofeo? Chi facilita questa impresa globale che sostiene, promuove e organizza l’uccisione di animali selvatici per divertimento e per vanto?
La caccia al trofeo è immorale per definizione, dato che il suo scopo ultimo è uccidere gli animali per mostrarli come trofei. I cacciatori di trofei non cacciano per sopravvivenza o per motivi culturali, ma per portare a casa un souvenir a testimonianza della loro presunta riuscita. Alcuni sociologi hanno affermato che questa pratica rappresenti simbolicamente il trionfo del mondo occidentale “civilizzato” sulle terre selvagge. In quanto tale, la caccia al trofeo rievoca le narrazioni coloniali e perpetua i simboli di una storia di oppressione e razzismo.
Per quanto possa sembrare impossibile, purtroppo la caccia e l’esportazione dei trofei sono ancora consentite al giorno d’oggi dai diversi governi.
La strategia Europea contro la La caccia al trofeo
L’Unione Europea ha importato quasi 15.000 trofei di specie protette a livello internazionale. Germania, Spagna e Danimarca, occupano le prime tre posizioni, coprendo il 52% di tutti i trofei importati.
La caccia al trofeo tuttavia è incompatibile con le ambizioni di tutela della biodiversità della Commissione Europea delineata nell’Agenda 2030 sulla biodiversità. Una strategia complessa e coordinata che punta ad arrestare il declino ambientale che stiamo vivendo giorno dopo giorno, e favorire un ripristino di condizioni che rendano possibile la sopravvivenza sul nostro pianeta.
I dati italiani
Secondo il rapporto pubblicato da Humane Society International tra il 2014 e il 2018 l’Italia ha importato 322 trofei di caccia di 23 specie diverse di mammiferi.
Sebbene le importazioni non siano numerose come quelle di altri Stati membri dell’UE, in particolare in relazione alla dimensione della popolazione, rivelano una tendenza al rialzo costante nel corso degli ultimi anni. In particolare, il notevole aumento dei trofei di ippopotamo importati indica che i cacciatori italiani purtroppo hanno il desiderio di cimentarsi nella caccia grossa, quando ne hanno l’opportunità.